Sono tornata! E sono tutta intera!
In realtà non é stato niente di particolarmente pericoloso, però alle volte é capitato di lavorare a 1-2 metri dal bordo dell'isolotto, proprio a picco sul mare.
Abbiamo lavorato sia con le berte maggiori sia con una specie che vive solo su quest'isolotto, il Painho-de-Monteiro (in italiano "Uccello delle tempeste di Monteiro"):


(foto tratta dal blog Forum ilha das Flores (Açores))

Per i painhos lo scopo era sapere quante coppie hanno nidificato quest'anno, cioè in quanti nidi c'era o l'uovo o già il pulcino. E' un monitoraggio che viene fatto dal 2000 e si é visto che ogni anno sono sempre un pochino di più. E questa é una cosa chiaramente molto positiva.
Per quanto riguarda le berte, invece, dovevamo equipaggiare una decina di animali con dei geolocalizzatori, strumenti piccolissimi, che, una volta recuperati, permettono di avere alcune informazioni utili su quello che ha fatto l'animale.
Le condizioni erano abbastanza spartane: stavamo in una casa che é stata costruita qualche decina di anni fa, non si sa bene da chi; ovviamente senza luce, acqua, gas. Ci sono solo dei tavolacci e delle panche, sopra cui si dorme col sacco a pelo. C'é un po' di roba lasciata dai ricercatori: attrezzi, cibo di scorta, candele, un fornelletto da campeggio e poco altro.
La doccia che ho fatto al mio ritorno é stata una delle piú belle della mia vita!
Nonostante tutto, é stata una bellissima esperienza, immersa nella natura come piace a me. Il tempo, cosa strana per le Azzorre, é stato sempre bello, con delle notti stellate da ricordare, con un buio totale.
Un giorno ci ha raggiunto un'altra ricercatrice e l'ho accompagnata a fare il giro in gommone intorno a Graciosa per censire le sterne, che sono altri uccelli marini. E' stato spettacolare! Purtroppo non avevo portato la macchina fotografica, un po' perché bisognava portare il minimo indispensabile e un po' perché alle volte il gommone non riesce a raggiungere l'isolotto e bisogna farsi l'ultimo pezzo a nuoto: avevo chiuso i miei bagagli in 2 sacchi neri della spazzatura, ma non si sa mai, é meglio avere meno cose possibili che non possono bagnarsi. Stavolta per fortuna, sia per entrare che per uscire, non c'é stato bisogno di fare il bagno.
Ora mi riposo qualche giorno, lavo i vestiti e riparto per un'altra decina di giorni. Destinazione: un altro isolotto, questa volta di fronte a Santa Maria, l'isola piú a est dell'arcipelago delle Azzorre. E lí le condizioni saranno veramente spartane: non c'é una casa, ma si sta in tenda. Anche qui non ci sono mai stata, ma mi hanno detto che é molto piú selvaggio e piú impegnativo fisicamente. Vedremo.
Era la prima volta che mi allontanavo da Enrico per piú di qualche ora e ero molto curiosa e un pochino preoccupata per la sua reazione, invece non ha avuto particolari problemi e non so se esserne contenta o un pochino delusa; mah, tutto sommato è meglio cosí, per me sarebbe stato molto peggio saperlo piangere tutto il giorno o non mangiare.
Quando mi ha visto all'aeroporto, però, mi ha fatto un sorriso dolcissimo, che mi stavo mettendo a piangere. Continuava a guardarmi e sorridere. Sará una mia impressione, ma mi sembra molto cambiato, più grande.
Non è stato facile stare lontano da lui (e anche dal suo babbo) tutti questi giorni, peró è stata un'esperienza che sicuramente ha cambiato un po' me; sono partita con tanti dubbi e tanti timori e sono tornata con un pizzico di sicurezza in me stessa in più.
Ora però mi aspetta l'altro isolotto e mi preoccupa un po'. Fate il tifo per me!